Ritratto

Un “allenatore”, non solo un medico competente, ma anche un consulente, un sostegno costante per favorire quei cambiamenti dello stile di vita necessari oggi per garantire la salute: questo rappresenta il Dr. Gravina per i tanti pazienti che si sono rivolti a lui nel corso della sua carriera.

Nel 1975 il Dr. Gravina intraprende gli studi di Medicina all’Università di Pisa; l’incontro con il Professor Aldo Pinchera e lo studio del sistema endocrino e del ruolo centrale che esso svolge per la salute ed il benessere psichico e fisico dell’individuo, determinano, conseguita la laurea a pieni voti, la scelta della specializzazione in Endocrinologia.

Dopo alcuni anni come medico interno e ricercatore nella 1a Clinica Medica di Pisa, il Dr. Gravina inizia la sua attività professionale nel Reparto di Medicina Generale presso la Casa di Cura S. Rossore, ricoprendo dal 1996 la carica di Direttore Sanitario per 15 anni, anni che il Dr. Gravina ha vissuto come medico e come manager della sanità e che hanno visto molti cambiamenti nel sistema sanitario come lo sviluppo di un maggiore coinvolgimento del paziente nelle scelte terapeutiche, la crescita di professionalità e di responsabilità del personale sanitario, il progressivo affermarsi di una nuova visione del governo clinico e della managerialità medica.

“Ciò che maggiormente qualifica la Casa di Cura San Rossore, insieme alla garanzia di un elevato comfort e di un alto livello qualitativo delle attrezzature e della tecnologia disponibili, è la concentrazione al suo interno di moltissime professionalità di valore, che rendono agevole la continua integrazione delle competenze di più specialisti necessaria per una medicina moderna”.

Il Dr. Gravina, intrapresa la professione medica nella convinzione di poter assistere la persona nel difficile confronto con la malattia, e ampliati i suoi interessi con l’esperienza della Direzione Sanitaria, è passato dal 2011 ad assumere l’incarico di Responsabile del Raggruppamento di Medicina della Casa di Cura (attività ambulatoriali e di degenza con 20 posti letto), mantenendo al centro dei suoi interessi la cruciale relazione tra medico e paziente. Il Dr. Gravina in Casa di Cura inoltre è attualmente Responsabile del Centro per i Disturbi dell’Alimentazione e del Metabolismo.

“Ciò che con più attenzione occorre coltivare e migliorare nel rapporto con il paziente è la capacità, che un bravo medico deve possedere, di sostenerlo comprendendone le più intime esigenze, rapportandosi a lui, quando necessario, non solo come al portatore di una patologia, ma come ad una persona concreta, intesa come unità complessa di corpo, psiche e mente”.

Su queste basi il Dr. Gravina negli anni ha curato, con particolare attenzione sul piano clinico, gli aspetti medici dello sviluppo psicosessuale dell’adolescente e le problematiche mediche dell’età giovanile, ha perfezionato le sue competenze in endocrinologia, ha maturato la sua esperienza nel campo della medicina interna con particolare impegno anche nella terapia dell’Obesità e dei Disturbi Alimentari, ricoprendo attualmente l’incarico di Responsabile della sezione regionale toscana della Società Italiana per lo Studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare.

“I Disturbi Alimentari costituiscono oggi per la Comunità scientifica una vera e propria sfida di salute pubblica. La grande diffusione di queste patologie e delle complicanze ad esse connesse, strettamente correlate con il sistema endocrino e metabolico, comporta la necessità di evolute competenze specialistiche, l’esigenza di lavorare in un team interdisciplinare e l’imprescindibile facoltà di connettere queste abilità con una grande capacità di ascolto. I disturbi alimentari, per le loro caratteristiche peculiari, chiedono al medico di cogliere nuove dimensioni nel pensare il corpo, necessitano di sperimentare codici di relazione non consueti e usare nuovi strumenti e modalità per la comunicazione e la cura. Proprio i bisogni dei pazienti affetti da questi disturbi, così come l’esperienza maturata con pazienti cronici o con malati cosiddetti terminali, costituiscono ancora lo stimolo fondamentale per continuare a migliorare nelle mie attività cliniche e nella mia vita personale”.